martedì 11 agosto 2015



MUSICA  e  BRACI


Il forte legame esistente tra letteratura e musica è stato analizzato nei precedenti 'post' dedicati a  Dostoevskij e Tolstoj, con la loro incidenza o meno. 
La "Sonata a Kreutzer" di Tolstoj è una esplicita, irriverente condanna della musica, ritenuta il movente di un delitto (vedi Blog precedente "Tolstoj e la musica"). E  anche Marai ritiene che possa essere una forma d'arte 'immorale e sconveniente'.


LE  BRACI di Sándor MÁRAI (1900-1989) 

titolo originale: ‘Le candele si consumano lentamente’ 
Marai morì suicida a New York, dov'era esiliato dall'Ungheria in seguito all'abolizione della democrazia.

Sinossi del romanzo 


Il collegio era situato nei dintorni di Vienna … Konrad dormiva nel letto accanto al suo.                                           Quando si conobbero avevano dieci anni … vissero insieme sin dal primo istante, come gemelli nell’utero materno. … Ogni due settimane, il barbiere tagliava a zero i morbidi capelli biondi di Henrik (N.d.R. il futuro generale), quei capelli che lui detestava perché aveva l’impressione  che gli conferissero un aspetto femminile. Konrad era più virile, più pacato … (e) possedeva un rifugio dove l’amico non poteva seguirlo: la musica … impallidiva ogni volta che l’ascoltava … Il ragazzo ungherese (Henrik) era longilineo e fragile…si temeva per i suoi polmoni.
“Sostengono che sei in pericolo… se vuoi puoi tornare a casa” disse il padre … “Quel che desidero è che Konrad … venga a trascorrere l’estate a casa nostra”.



“Cosa vuoi?” disse il generale.”L’ha portata un messo” disse il guardiacaccia, e rimase fermo sull’attenti. Il generale riconobbe la grafia, prese la lettera e se la ficcò in tasca … Quarantun anni  e quarantatré giorni. Ecco quanto tempo è trascorso … Il castello era un mondo a sé stante … racchiudeva in sé il silenzio … la memoria dei defunti … Le maniglie delle porte conservavano il tremito di una mano.

I seguenti video sono tratti da uno sceneggiato prodotto nel 2005 in Ungheria, paese natale di Marai, e ci immergono nell'ambientazione immaginata dallo scrittore. 
La colonna sonora è dedicata interamente a Fryderyk CHOPIN (1810-1849).

                            ASCOLTA e VEDI
ll guardiacaccia di Henrik giunge al castello per consegnargli la lettera che comunica l'arrivo di Konrad : "Notturno op.9 N.2" (arrangiamento per violoncello e pianoforte)

 


Konrad esegue la "Polonaise-Fantasie op.61". 


 
Momento dell'addio: "Studio op.25 N.7" (arrangiamento per violoncello e pianoforte). 
Titoli di coda "Valzer op.64 N.2" (arrangiamento per orchestra).



… Si accostarono al camino e si squadrarono attentamente, con sguardo esperto … “Alla fine, alla fine di tutto (parla Henrik), è con i fatti della propria vita che si risponde agli interrogativi che il mondo ci rivolge con tanta insistenza. Essi sono: Chi sei?...Che cosa volevi veramente? … Ciò che importa è che alla fine ciascuno risponde con tutta la propria vita. Tu ti sei tolto l’uniforme, io invece ho continuato a indossarla … Questa era la prima domanda. L’altra è: di quale natura era la tua relazione con me? Eri veramente mio amico? In fin dei conti ti sei dato alla fuga. Sei andato via senza una parola di commiato … La legge dell’amicizia vive nel cuore degli uomini al di sopra dell’egoismo e delle passioni. Ed è più forte della passione amorosa che spinge irresistibilmente l’uomo e la donna a congiungersi … E forse, nell’istante in cui sollevasti l’arma per uccidermi, questa amicizia era più viva di quanto non lo fosse mai stata … Io procedevo davanti a te, e circa trecento passi più avanti, un cervo era sbucato tra gli alberi … Eri in piedi alle mie spalle. Sentii che sollevasti l’arma, che chiudevi un occhio. Sentii che le tue mani stavano tremando … poi abbassasti il fucile con grande cautela, come se temessi che lo spostamento d’aria rivelasse le tue intenzioni. Il cervo era scomparso nella foresta … tu avresti ancora potuto uccidermi, poiché non c’erano testimoni oculari … A metà del cammino dissi senza voltarmi indietro: “Hai perso un’occasione”. Non replicasti nulla. Il tuo silenzio era un’ammissione … Quella sera venisti ancora a cena da noi, come avevi fatto tutte le sere. Cenammo in tre, come avevamo fatto tante altre volte, con Krisztina (moglie di Henrik).
Esiste un motivo che ti spinge a odiarmi, a desiderare di uccidermi. La spiegazione più semplice e naturale che mi viene subito in mente è che tu sia stato travolto da un’improvvisa passione per Krisztina … Lei non mente, non è infedele, conosco tutti i suoi pensieri, anche i più segreti. Il suo diario mi rivela tutto, perché ci siamo messi d’accordo che in esso avrebbe annotato, per me e per se stessa, tutti i suoi sentimenti e pensieri più segreti … Tuttavia devo ammettere che da qualche tempo abbiamo cominciato a trascurare il nostro piccolo gioco privato…allora mi alzo, attraverso la casa immersa nell’oscurità, vado nello studiolo di Krisztina e apro il cassetto per prendere il diario. Ma il cassetto è vuoto.
… E adesso ti chiedo: è possibile che non avessi mai saputo nulla di te e Krisztina? … Eri stato tu a presentarmi Ktisztina, ma non hai mai accennato all’inclinazione che provavi per lei … Pian piano arrivai a rendermi conto di ciò che era accaduto. Per prima cosa c’era stata la musica … Grazie alla musica, fra te e Krisztina si era creata un’intesa che fra lei e me era venuta a mancare. Per questo la musica mi fa orrore. Odio quel linguaggio melodioso e incomprensibile che permette a certe persone di comunicarsi con disinvoltura cose vaghe, insolite; a volte ho persino l’impressione che con la musica si comunichi qualcosa di sconveniente, di immorale. (corsivo del redattore)
… Sei venuto qui, sul luogo del misfatto, per rispondermi, per chiarire ad entrambi la verità. Ecco qual è la mia vendetta. E adesso mi risponderai.
"Va bene", dice (Konrad) "Può darsi che tu abbia ragione. Interrogami e, se sarò in grado, ti risponderò". 
 “Devi rispondermi a due domande” dice il generale parlando sottovoce in modo confidenziale … “So cosa stai pensando: che io vorrei sapere se è proprio vero che quella mattina, durante la caccia, tu avevi intenzione di uccidermi … E probabilmente, secondo te, l’altra domanda dovrebbe essere questa: sei stato l’amante di Krisztina? No, amico mio, sono questioni che non mi interessano più. A queste due domande avete già risposto sia tu che il tempo, e ha risposto, a modo suo, anche Krisztina. Tu hai risposto l’indomani della caccia, quando sei fuggito … Ho conosciuto anch’io la più atroce delle tentazioni quando son rimasto solo con Krisztina, dopo la tua partenza … Adesso, alla fine della vita, non oserei più rispondere a queste domande con la stessa sicurezza che avevo quarantun anni fa, quando Krisztina mi lasciò solo nella tua casa, dove era già stata molte volte … Quel giorno, uscito da casa tua, feci ritorno al castello e andai nella mia stanza ad aspettarla. Forse per ucciderla, o semplicemente per sentire da lei la verità e perdonarla… ad ogni modo l’aspettai fino a sera; non vedendola arrivare, scesi e andai a rinchiudermi nel casino di caccia che tu ben conosci, e per otto anni non rividi più Krisztina. La rividi soltanto da morta, una mattina che Nini (la vecchia balia) mi mandò a dire che potevo tornare, perché Krisztina aveva cessato di vivere … In questo modo ha risposto a tutte le domande che avremmo potuto rivolgerle tu o io, se avesse ancora voluto parlare con uno di noi.
… Se impari a riconoscere le menzogne degli uomini, noterai che essi dicono sempre cose diverse da ciò che pensano e vogliono davvero … Poi un giorno arrivi a comprendere la verità: vuol dire che sono arrivate la vecchiaia e la morte. Ma a quel punto non si prova più dolore … Ho ritrovato il diario molto più tardi … Il libretto giallo era legato con un nastro azzurro, sigillato con l’anello di suo padre. Eccolo … vuoi che leggiamo insieme il messaggio di Krisztina? “No” dice Konrad. “Non lo desideri o non ne hai il coraggio? “A questa domanda “ dice infine l’ospite “non rispondo”. “Lo immaginavo” dice il generale. La sua voce suona stranamente soddisfatta. Con gesto lento butta il sottile volumetto nella brace.
… I due amici, con lo sguardo fisso su quel mucchio di cenere, rimangono a lungo in silenzio. 
“Due domande” dice bruscamente Konrad, con voce sorda. “Hai detto che le domande erano due. Qual è la seconda?”… “La seconda domanda” risponde il generale, senza staccare la mano dalla maniglia della porta. “Eccola: cosa abbiamo guadagnato con il nostro orgoglio e la nostra presunzione? Il vero significato della nostra vita non è stato forse questo: l’attrazione irresistibile per una donna che è morta? … Vorrei che tu mi dicessi cosa ne pensi di questo. Non credi anche tu che il significato della vita sia semplicemente la passione che un giorno invade il nostro cuore, la nostra anima e il nostro corpo e che, qualunque cosa accada, continua a bruciare in eterno, fino alla morte? E non credi che non saremo vissuti invano, poiché abbiamo provato questa passione? E a questo punto mi chiedo: la passione è veramente così profonda, così malvagia, così grandiosa, così inumana? Questa è la domanda.
“Perché me lo domandi?” replica tranquillamente l’ospite. “Sai bene che è così”.
E si esaminano a lungo con attenzione … Scendono le scale in silenzio, i domestici accorrono verso di loro portando dei lumi, insieme al cappotto e al cappello di Konrad. Davanti al portone le ruote della carrozza scricchiolano sulla ghiaia. Konrad e il generale si salutano in silenzio, con una stretta di mano e un inchino profondo.
Il generale sale verso la sua stanza. All’inizio del corridoio lo attende la balia … Davanti alla macchia vuota che indica il posto in cui si trovava il quadro di Krisztina, il generale si arresta di colpo.
“Il quadro”, dice, “ormai puoi anche appenderlo di nuovo al suo posto". 

Marco  TUTINO (1954 - ) -  Le braci  -
opera in un atto dal romanzo di Sandor Marai
Personaggi e interpreti: Krisztina, Angela Nisi (soprano) - Nini, Romina Tomasoni (contralto) - Giovane Konrad, Davide Giusti (tenore) - Giovane Henrik, Pavol Kuban (baritono) - Konrad, Alfonso Antoniozzi (baritono) - Henrik , Roberto Scandiuzzi (basso) - Orchestra Nazionale d'Italia, direttore Francesco Ciluffo - Regia Leo Muscato. 
Trasmesso da Radio3Suite alle ore 21 del 1 agosto 2015 

Non è stato possibile proporre l'opera completa, non essendo in grado - il Blog - di sopportare i MB (megabyte) = la capacità di memoria relativa. Si è fatta, perciò, una selezione delle parti più significative che sono evidenziate in rosso nel libretto.

NOTA: per facilitare la lettura del libretto usare lo ZOOM.















Ascolta 'Le braci' di Marco Tutino (selezione dell'opera)





Presentazione dell'opera di Tutino
Il libretto rispetta fedelmente la traccia del romanzo.
Affida alle voci di tenore e di baritono i ruoli dei due protagonisti giovani; di basso (Henrik) e baritono agli anziani.
Le scene riferite al passato sono caratterizzate da una dinamica che sta nel f (forte), quelle del presente sono più evanescenti e stanno nel p e pp (piano e pianissimo). Il ritmo ternario del valzer è spesso presente come allegoria del passato (già presente in Richard Strauss). Evidente la citazione della 'Polonaise-Fantasie' di Chopin.
I due amici non sciolgono gli enigmi perché stanno nel passato che riduce tutto in 'fantasmi', come ripete il coro a conclusione dell'opera. I rintocchi delle campane (peraltro leggeri) evocano un rito funebre che Tutino  evidenzia con la fantasmatica conclusione affidata ad un accordo in do minore (di per sé triste e accorato) eseguito in fff (più che fortissimo) dall'intera orchestra. 
Evidente la volontà del compositore di privilegiare l'intelligibilità del testo che risulta del tutto comprensibile (N.d.R. contrariamente a quanto generalmente avviene) grazie alla discrezione dell'orchestrazione. 
Riesce difficile collocare stilisticamente quest'opera che appartiene alla contemporaneità pur rimanendo ancorata all'ambito tonale (a fine '900 fece parte del 'Neoromanticismo' musicale), con 'trasgressivi' cromatismi già presenti nel XVI secolo nei madrigali di Gesualdo da Venosa.
Tuttavia la drammaturgia è piuttosto convincente: l'ineluttabilità del destino - riferito anche alla contemporaneità  - è imprescindibile.
Di notevole portata formale il contrappunto conclusivo delle voci/fantasmi.