sabato 12 dicembre 2015

IBSEN - "SPETTRI" che tornano 





Nel 1982 ho assistito, al 'Festival dei Due Mondi' di Spoleto, alla rappresentazione teatrale di 'Spettri' di Henrik Ibsen (1828 - 1906) per la regia di Luca Ronconi e la scena - indimenticabile - di Mario Garbuglia: un'alta serra liberty fatta di bianche vetrate dalle quali entra il grigiore scandinavo (Ibsen è norvegese) e, improbabilmente, il sole agognato dall'infelice Osvald, protagonista del dramma.
Ibsen anticipa il tema dell'eutanasia legato al senso della vita e della morte: il figlio invoca la madre affinché lo aiuti a compiere il suicidio, ma il dubbio rimane irrisolto. Sì! ... No! ... grida lei disperata. 


Giovedì 10 dicembre 2015 radio3 Suite, condotta da Oreste Bossini, coadiuvato per il teatro da Antonio Audino e da Giuliano D'Amico (docente di letterature nordiche a Trondheim in Norvegia), programma un parziale ascolto dello stesso dramma ibseniano registrato dalla RAI nel 1972, interpretato dalla grande Sarah Ferrati (signora Alving), Alfredo Bianchini (Pastore Manders), Rodolfo Baldini (Osvald). Regia di Filippo Crivelli. 
                    
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Bossini, sollecitato da Audino, propone come brano musicale legato ad Ibsen, le musiche di scena per il dramma 'Das Fest
aus Solhaug' di Hugo Wolf (1860 - 1903), musicista malato di sifilide e morto pazzo come Osvald, protagonista di 'Spettri'.
Mi allontano dalla sua scelta e propongo il Lied 'An eine Äolsharfe' (A un'arpa eolica), dello stesso Wolf il cui testo, di Eduard Mörike, è il seguente:

Protetta dall'edera/di quest'antico muro/tu, arpa melodiosa e segreta dei cieli,/ripeti il tuo musicale lamento./ Aimé! Tu vieni, brezza lontana,/dalle colline fresche e verdi/dove giace il bambino/da me teneramente amato./Fiori primaverili sbocciano sul sentiero/e inebriano di profumo./ Ah! Di qual dolce emozione/tu colmi il mio cuore!/Come vibrano le tue corde/al musicale richiamo della malinconia/del tuo suono che si espande e si dilegua/insieme al mio struggimento.// Ma improvvisamente il vento si gonfia/di un soffio più profondo;/l'arpa allora effonde accenti più commossi/che sospingono la mia anima nei più intimi segreti./Ed ecco che la rosa spampanata dal vento/ sparge i suoi petali ai miei piedi.//                    (traduzione di d.v.m.)

Il musicale lamento dell'arpa e i petali della rosa, sembrano portati dal vento ai piedi di Osvald e di mamma Alving, come compenso per la loro sciagurata esistenza. 


            Hugo Wolf                                       clicca e ASCOLTA


                                Dietrich Fischer-Dieskau baritono
                                                Daniel Barenboim pianoforte