venerdì 15 aprile 2016

DOCTOR ATOMIC  di  John  ADAMS  
Primo test della bomba atomica - New Mexico luglio 1945
Opera in due atti (2005) - testo di Peter SELLARS


John Adams (1947 - ) è un compositore statunitense di Scuola Minimalista, qualificazione che non vuol essere riduttiva ma riferirsi alla trasformazione di una 'cellula' melodica ripetitiva che, gradualmente e quasi impercettibilmente, viene variata nel ritmo e nella struttura compositiva creando un clima percettivo inizialmente quasi manierato, ma capace - invece - di innalzarsi ad un grado mistico/contemplativo.
Il libretto è del famoso regista  Peter Sellars, basato su atti di comunicazione tra responsabili del governo americano e gli addetti alla progettazione della bomba atomica. Ci sono delle citazioni dei poeti Baudelaire e di John Donne (1572 - 1631). 
L'Ouverture è fatta di una concentrazione di suoni di varie specie: multiformità timbrica orchestrale con sovrapposizione di suoni concreti (la musica concreta è fatta di registrazione di rumori naturali o artefatti) quali rombi di aerei, grida di dolore, stridii evocanti un clima di guerra.
Il Coro dice: 'crediamo che la materia non possa essere creata né distrutta, ma possa soltanto cambiare forma ... Ma ora sappiamo che l'energia può diventare materia e la materia può diventare energia'.

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Robert Oppenheimer (baritono) è lo scienziato direttore del progetto Manhattan finalizzato alla realizzazione delle prime bombe atomiche. Discute con il collega Edward Keller  (baritono)
che, dubbioso sulla moralità del progetto, gli dice: " prima di tutto fammi dire che non ho speranze di mettermi la coscienza a posto: le armi che creiamo sono così terribili che né proteste, né giustificazioni politiche ci salveranno l'anima".
Oppenheimer, confidenzialmente chiamato Oppy, risponde che l'anima è una cosa astratta ed inutile: "se dovessi perderla andando a passeggio soffrirei meno che se avessi smarrito il mio biglietto da visita".
La musica è piuttosto lugubre, fatta di un mormorio continuo degli archi bassi e di glissando accompagnati da suoni tenuti dei corni, pertinenti al recitativo di Keller ritmicamente legato
al testo che va cantando. 

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Il giovane scienziato Robert Wilson - idealista impegnato - (tenore) sta organizzando un incontro sull'impatto del 'Gadget' (nome in codice della bomba) e dice: "A dire il vero sto organizzando un incontro. Non sono questioni tecniche, bensì politiche e sociali ... Questa è una petizione per il Presidente degli Stati Uniti: "I sottoscritti scienziati hanno lavorato nel campo dell'energia nucleare e hanno sempre temuto che, durante la guerra, gli Stati Uniti potessero subire un attacco nucleare e la loro unica difesa fosse un contrattacco usando gli stessi mezzi. Oggi la Germania è sconfitta (Nota del redattore: la prova del progetto Manhattan è avvenuta il 15 luglio 1945, quando i tedeschi si erano già arresi) e ci sentiamo costretti a dire quanto segue: Le bombe atomiche potranno anche essere potenti ordigni bellici, ma gli attacchi sul Giappone non possono essere giustificati. Finché non chiariremo le condizioni di pace e daremo loro la possibilità di arrendersi, vogliamo provare l'arma dove non ci siano persone. Né su una città, né una dimostrazione proprio qui nel deserto. Oppure concediamo loro di mandare qui degli osservatori a vedere con i loro occhi". 

L'orchestra, la voce del tenore e gli interventi del baritono (Oppenheimer), stanno in un registro acuto per evidenziarne la concitazione.  
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Oppenheimer sta sfogliando a letto, con accanto la moglie Kitty(soprano),  i rapporti della missione e si mostra preoccupato. Lei cerca di acquietarlo:"Am I in your light?", "Sono nella tua luce?" (canta con dolcezza e amore) "tra i tuoi capelli solo le mie dita, solo i miei occhi fendono la luce per sollecitare le tua mente con amore. Ti amo!
E' un'Aria dolcissima, una pagina musicale che smuove gli affetti con richiami appassionati di sapore pucciniano. L'armonia sottolinea lievemente, con delicati accordi in pp (pianissimo), gli arpeggi propri dell'arpa e gli ostinati, leggeri pizzicati degli archi,  accompagnati dagli accordi legati dei violoncelli e contrabbassi, mentre Kitty dice: "lentamente mi chino su di te che lentamente respiri. Nelle mie vene scorre il ritmo, come per dirti che ti amo". Rintocchi ritmicamente uguali (propri, come sappiamo, alla scuola minimalista), a suggerire lo scorrere del tempo come il dolce fluire del loro amore. Un rullo di timpani e suoni di corni solennizzano il magico momento.
Oppie (nome confidenziale di Oppenheimer) le risponde citando dei versi di Baudelaire (1821-1867): "Lasciami respirare a lungo, ancora e ancora, / L'odore dei tuoi capelli, lascia che io vi immerga il / Viso come fa l'assetato nell'acqua della sorgente / ... (tratto da 'Un emisfero in una chioma').

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E' la notte del test della prima bomba atomica già issata su un'alta torre, ma le condizioni atmosferiche sono pessime.
Il meteorologo Jack Hubbard avverte il capo militare generale Leslie Groves (basso), che tentare la prova in quel frangente è estremamente pericoloso. "Cos'è che non va con il tempo? ... E se un fulmine colpisse la torre e detonasse la bomba?, chiede il generale e Hubbard risponde: "I meteorologi si oppongono a questo test da mesi ... temporali, pioggia e forti venti ci condizionano". Altezzosamente sentenzia Groves: "Si tratta di insubordinazione? ... Questo test si svolgerà come previsto, o passerà il resto della sua vita dietro le sbarre, caro meteorologo".
Un interludio orchestrale, con colpi di timpani e decise arcate dei contrabbassi, denota (la musica non è mai descrittiva, non può esserlo per il suo carattere astratto) le cattive condizioni atmosferiche. Musica di stampo tipicamente minimalista, con ripetitivo ritmo frenetico e guizzi vibratili degli archi.

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Oppenheimer è turbato, sconvolto dagli irrisolti dubbi e , solo nel  deserto,   declama  il   sonetto   di  John  Donne  (1572 -1631)  
'Batter my hearth': "Spezzami il cuore, Dio di tre persone /che finora hai bussato, bisbigliando, e cercato di correggermi./ Se vuoi che mi alzi e resti in piedi,/ abbattimi, spezzami e usa la tua forza per crearmi nuovamente./ Io, come una città usurpata ma che spetta ad un altro,/ mi sforzo di farti entrare (nella mia anima), ma inutilmente. /...Tuttavia io ti amo e vorrei essere riamato da te,/ ma sono promesso sposo al tuo nemico (Satana)./ Divorziami, spezza di nuovo quel legame, /portami da te, imprigionami, poiché io/ non sarò libero se tu non mi fai prigioniero;/ né sarò mai puro se tu non mi violenti". 
I tremoli dei violini e delle viole, i colpi di timpano e il timbro degli ottoni nel registro grave, caratterizzano un clima teso (evidenziato maggiormente dal ritmo ripetitivo, tipico della 'minimal art'), manifestano lo stato d'animo vissuto da Oppenheimer che, grazie anche al testo poetico rinascimentale scelto da Peter Sellars, acquista un valore non più di carattere personale, ma ancestrale e cosmico. 
Il canto è sofferto e di duplice valore: può essere ricondotto all' «Aria» dell'opera seria, con incursioni nel mondo del «Musical». La commozione di Oppenheimer, i suoi dubbi interiori sono magistralmente esteriorizzati dall'orchestra che, in sottofondo, continua il percorso iniziato nell'interludio.

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ATTO II
Kitty e la baby sitter indiana Pasqualita (contralto)  osservano le perturbazioni atmosferiche. La figlioletta degli Oppenheimer si sveglia e Pasqualita la riaddormenta cantando una dolcissima ninna-nanna (una Berceuse in termini musicali): "A nord fiorisce un fiore di nuvole, / E ora il lampo guizza, / E ora il tuono si schianta, / E ora cade la pioggia". Il canto è accompagnato da vibrafoni e 'campanacci' propri alla musica folclorica. Come la conclusione della strofa fatta di 'a-a-aha', cullanti vocalizzi.
Un interludio orchestrale cupo e minaccioso (legni e archi bassi in tremolo) commentano l'intervento del giovane scienziato Wilson: "Ho fatto lo stesso sogno per diverse notti di seguito: sono quasi in cima alla torre, poi appoggio male il piede e cado. Una lunga e lenta caduta; tutte le volte, prima di toccare terra, mi sveglio sudato". Questo canto forma un atipico, ma suggestivo 'duetto' con la voce di Pasqualita che continua la sua ninna-nanna. 

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Dubbi dello scienziato Teller:
"Enrico Fermi accetta scommesse se la bomba infiammerà l'atmosfera e, in quel caso, se distruggerà solo il Nuovo Messico o il mondo intero". 
Lo raggiunge il generale Groves: "Non apprezzo il suo umorismo, dottor Keller, questo è un discorso a vanvera in grado di terrificare i militari dalla paura ... Teller risponde che "l'esplosione potrebbe essere molto più grande del previsto. Devo effettuare un ultimo controllo e una revisione ... Ma forse tutto andrà oltre la nostra esperienza".
Un interludio convulso indica, tramite un ritmo sincopato (accento sul tempo debole anziché su quello forte della battuta: ± - ± -), la forte agitazione che c'è tra gli addetti alla torre. Il generale Groves sentenzia: "Sin dall'inizio, questo programma è stato disturbato dalla presenza di alcuni scienziati di incerta lealtà".

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Il Countdown inizierà alle 5:10 del mattino. Oppenheimer è fortemente esaurito, soprattutto nel sistema nervoso e si esprime in modo piuttosto sconnesso: "Vi assicuro che ora i secondi sono fortemente accentuati e ciascuno, saltando fuori dall'orologio dice: io sono la vita, l'insopportabile vita, l'implacabile vita!".
Pasqualita canta i detti popolari indios: "E' spuntato l'inverno, ma i morti non sono tornati ... Sono giunte notizie portate dalla brina: I morti sono in marcia! ... Non hanno fatto promesse, non abbiamo mai sognato minacce e i sogni si sono diffusi" (tra una frase e l'altra commenta con il suo triste e sconcertante 'a-a-aha').
Oppie: "Le buone notizie riempiono ogni uomo di una paura inspiegabile!". L'orchestra esegue un interludio minaccioso, basato su un timbro cupo con - in contrasto al sottofondo - acutissimi squilli di tromba.

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Il Coro canta un testo sacro induista tratto da 'Bhagavadgita' (Il canto divino): "Vedo te, la tua forma divina con innumerevoli bocche ed occhi, e denti feroci. Oh, Maestro, vedo la tua Forma divina ... Quando ti vedo, Vishnu onnipotente, prendi sulle spalle il cielo nelle tinte dell'arcobaleno. Maestro! Vedo te e non trovo pace. Oh il mio cuore è inquieto!".
Rombi di tuoni spaventosi, tellurici, accompagnano lo scorrere del tempo musicale che sembra, piuttosto, ad una sospensione del tempo.


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Il lancio della bomba è prossimo e Oppenheimer non controlla la sua esaltazione psichica: "A quale demone son debitore per trovarmi così circondato di mistero, di silenzio, di pace e di profumi? Oh beatitudine! Ciò che di solito chiamiamo vita, anche nella sua espressione più felice, non ha niente in comune con questa vita suprema di cui ora ho conoscenza e che assaporo minuto per minuto, secondo per secondo! No! Non ci sono più né minuti, né secondi! Il tempo è sparito! E' l'eternità che regna". Un suono di sirena lo scuote ulteriormente: "E' il segnale! Il lancio avverrà tra cinque minuti, prendete tutti posto in trincea". La musica suggerisce gran movimento, poi tuoni, lampi e un terrificante rumore di fondo (citazione stravinskjana) con suoni emergenti di corno.  
Intervento del meteorologo Hubbard: "A oriente il cielo è sereno, ma è coperto a occidente. La visibilità è superiore a 95 Km. La pioggia è cessata".
Un interludio cupo e minaccioso prepara il nefasto intervento di Pasqualita: "D'estate tutti eravamo soliti sognare. La speranza del rullo di tamburo, il cuore che esplode dal desiderio (e qui il suo solito vocalizzo indio 'a-a-aha', ora urlato come grido di disperazione). La musica ci univa mentre scorrevano le visioni, e la mezzanotte si illuminava, a-a-aha, davanti alla fede. 
Interviene Kitty per sottolineare che "i sognatori si svegliano di notte e cantano le loro canzoni nella  mezzanotte lucente: "Siamo la speranza, avreste dovuto confidare in noi, siamo i sogni, avreste dovuto sognare di noi e chiamarci!".
Interludio con rombi meteorologici. Poi un acutissimo suono di sirena e tutti guardano verso il cielo.
Oppenheimer: "Zero meno due minuti. Il missile è schizzato fuori prima del previsto".
Teller: "E' stato un segno infausto!". Colpi di timpani e forti scrosci d'acqua.
Oppenheimer: "Signore, questi avvenimenti sono un colpo al cuore!". Sempre lo stesso rumore di fondo con rintocchi di campane e scansione del tempo con percussioni. E grida!
Una nota esplicativa del libretto dice: "Nulla si muove e nulla è sentito: solo un ritmico 'conto alla rovescia' trasmesso dagli altoparlanti. A quarantacinque secondi, un ingegnere preme l'interruttore del 'timer': "Uno, zero". Un silenzio lugubre e l'inizio di una nuova era".
La voce di una donna giapponese ripete sino alla fine dell'opera e insistentemente (commentata soltanto dai rintocchi di 'campane a morto' e da grida disperate), il ricordo degli esiti dolorosi, tristi e crudeli di Hiroshima e Nagasaki : "Dateci dell'acqua per favore. Signor Tanimoto, ci aiuti, non riesco a trovare mio marito".

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Personaggi ed interpreti:
J.Robert Oppenheimer (direttore del progetto Manhattan: Gerald Finley (baritono)
Kitty Oppenheimer (moglie di Oppenheimer): Jessica Rivers (soprano)
Generale Leslie Groves (Capo militare del progetto): Eric Owen (basso)
Edward Teller (scienziato): Richard Paul Fink (baritono)
Jack Hubbard (meteorologo): James Maddalena (baritono)
Robert Wilson (giovane scienziato): Thomas Glenn (tenore)
Pasqualita (baby sitter degli Oppenheimer): Ellen Rabiner (contralto)
Netherlands Philarmonic Orchestra diretta da: Lawrence Renes
Coro della Netherland Opera diretto da: Martin Wright
Regia: Peter Sellars



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