martedì 20 agosto 2019

Musica di Requiem

MUSICA  DI  REQUIEM



Immagine tratta da Wikipedia


Scrivere e proporre all'ascolto brani musicali ispirati da meditazioni sulla morte, può essere un segno di timore della sua prossimità o del superamento dell'inquietudine.
Personalmente considero il trapasso un fatto evolutivo della nostra esistenza, quindi esprimo valutazioni oggettive legate alla soggettività - espressa in suoni - del musicista.
Espressività connessa alla personalità dell'autore vissuto in un determinato periodo storico e alla scuola in esso vigente.

ALTO MEDIOEVO 

Canto gregoriano (IV-VIII secolo): il Dies Irae è strettamente legato alla parola per far sì che tutti i fedeli possano cantare insieme: ad ogni sillaba del testo corrisponde una nota musicale. Nell'ottavo secolo si capovolge il rapporto parola/musica: con le forme alleluiatiche, la musica si svincola dal rapporto di sudditanza con la parola e si apre ad una espressività più intensa e difficile da eseguire. Queste parti saranno riservate ai solisti e non ai fedeli.
clicca e ASCOLTA
 
cantano i monaci dell'Abbazia di Notre Dame 
      
BASSO MEDIOEVO (1000 - 1499)

Johannes OCKEGHEM  (1410 -1497)  Fiammingo 
Requiem aeternam eseguito dall' Hilliard Ensemble

clicca e ASCOLTA

Josquin des PREZ  (1450 - 1521)   Franco/Fiammingo
Requiem aeternam eseguito dall' Hesperion XXI diretto da Jordi Savall

clicca e ASCOLTA

Riunisco la presentazione dei due autori, perché ambedue appartenenti alla scuola musicale franco/fiamminga.  
La loro polifonia è di notevole tessitura contrappuntistica, dimostrata - peraltro - in modo facilmente comprensibile, essendo ben individuabili le melodie che si intrecciano tra loro. Non aspettatevi dei requiem drammatici in quanto regna in loro un clima di grande liricità e serenità. La drammatizzazione è ottenuta attraverso gli abbellimenti orchestrali e i melismi vocali che attirano l'attenzione e, quindi, evidenziano le parole del testo.

PRIMO RINASCIMENTO  (1450 - 1549)

Pierluigi da PALESTRINA  (1525 - 1594)  Palestrina (Roma)
Missa pro defunctis: Agnus Dei
Il linguaggio di Palestrina mostra la serenità estatica della musica del Rinascimento che è stato giustamente chiamato il periodo delle forme che posano in contrapposizione alla definizione del successivo periodo Barocco, stile delle forme che volano.
Esecuzione del Chanticleer Choir diretto da Joseph Jennigs

clicca e ASCOLTA

Orlando di LASSO  (1532 - 1594)  Monaco
Missa pro defunctis  - Introitus -
Contemporaneo di Palestrina, fiammingo trasferitosi in Italia da giovane, era un uomo di mondo. La sua musica non è tanto legata al desiderio di trascendenza, ma orientata verso fatti terreni e alla natura effimera della vita. 
Ascoltiamolo nell'esecuzione della Pro Cantione Antiqua diretta da Mark Brown.

clicca e ASCOLTA



TARDO RINASCIMENTO (1550 - 1599)

Heinrich SCHÜTZ  (1585 - 1672)  Turingia
Pur essendo un maestro di cappella laico al servizio della Corte di Dresda, si è identificato nella musica sacra. 
Scrive lo stesso Schütz: "Se qualcuno non vuole affidarsi solo al giudizio del suo orecchio, si rivolga alla ragione che governa la teoria". Il suo discorso musicale segue quello verbale del testo, per cui se si parla di cielo la melodia sale, se si parla di terra scende; se nel testo c'è un "punto e virgola", in musica ci sarà una pausa (Affektenlehre = teoria degli affetti).
Ascoltiamo la III delle Musikalishe Exequiem (Signore! Lascia che il tuo servo vada in pace) eseguita dalla Chappelle Royale diretta da Philippe Herrewege.   

clicca e ASCOLTA


BAROCCO  (1600 - 1749)

Heinrich Ignaz Franz von BIBER  (1644 - 1704)   Boemia
La marcia funebre proposta è un breve brano molto toccante e paurosamente solenne. Per i colpi di timpano che drammatizzano l'accompagnamento dell'uomo - in un clima di tremenda attesa - nel regno degli inferi. E' tratta dal Requiem in LaM e l'ascolteremo nell'esecuzione di Le Concert de Nations diretto da Jordi Savall.

clicca e ASCOLTA



Jean Gilles (1668-1705) – Tarascona (Provenza)
Requiem aeternam - Introito -
Una marcia funebre - evidenziata da colpi di tamburo - precede la voce di tenore, seguita da duetti e trii vocali, poi elaborati dal coro. La serenità che vi regna caratterizza il brano come uno dei gioielli del barocco francese.
L'esecuzione è affidata a: 
Petits Chanteurs de Saint-Christophe de Javel, Les Chants-meslés diretti da Lionel Saw.


clicca e ASCOLTA



Benedetto MARCELLO  (1686 - 1739)  Venezia
Requiem Cantato secondo l'usanza Venetiana, è un brano per nulla drammatico, ma scorrevole e consolatorio.
Marcello è noto per l' Adagio del concerto per  per oboe ed orchestra, usato come colonna sonora del film "Anonimo veneziano" e a lui erroneamente attribuito, anziché al fratello Alessandro.
Altrettanto nota la sua pubblicazione letteraria Il Teatro alla moda in cui condanna i compositori a lui contemporanei pronti a soddisfare i capricci dei cantanti e le vanità dei mecenati a scapito del buon comporre.
Esecuzione dell' Arthestis Chorus, Academia de li Musici dir. Filippo Maria Bressan    


clicca e ASCOLTA

Marc-Antoine CHARPENTIER  (1634 - 1704)  Parigi
Messe des morts a 4 voix et symphonie H.10 
Nel "Dies irae" l'orchestra al completo assume un tono davvero drammatico nell'introdurre il potente coro "Tuba mirum". In quest'opera non ritroviamo l'opulenza del "Te Deum" dello stesso autore, usato come sigla dei programmi televisivi trasmessi in Euorovisione.  
Esecuzione del Collegium Vocale de Gand e del Ricercar Consort diretti da Ph. Pierlot 

clicca e ASCOLTA


Joseph FUX  (1660 - 1741)  Austria
Kaiserrequiem  - Agnus Dei 
Fux fu un musicista molto noto, poi caduto nell'oblio.
Kapellmeister alla corte dell'imperatore Leopoldo I, compose il Requiem dell'Imperatore in occasione dei riti funebri per l'imperatrice il 5 marzo 1720.
Fux impiega lo "stylus mixtus": un gruppo di strumenti che esclude trombe e timpani per adattare lo stile compositivo all'occasione solenne ma mesta.
Ascoltiamo l'Agnus Dei nella esecuzione dei Vox Luminis diretti da Lionel Meunier 

clicca e ASCOLTA


Johann Sebastian BACH  (1685 - 1750)   Eisenach, Germania
Non scrisse una messa da requiem, ma tre messe la più famosa delle quali è la "Messa in si minore"; nell'ambito della musica sacra compose un "Magnificat", le tre "Passioni" (secondo Matteo, Giovanni e Marco), gli "Oratori" (di Pasqua e Natale), e duecento "Cantate sacre" (e 26 profane).
La cantata BWV161 intitolata "Komm die süsse Todestunde" (Vieni, dolce ora della morte) può essere inclusa a coronamento del capitolo dedicato al periodo barocco. Con la serenità propria al grandissimo Bach.
Ascoltiamo l'«aria» che dà il titolo alla cantata, nell'esecuzione del Concentus Musicus Wien diretto da Nikolaus Harnoncourt con la voce del controtenore Paul Esswood.

clicca e ASCOLTA 

CLASSICISMO  (1750 - 1800)

Antonio SALIERI  (1750 - 1825)  nato a Legnano ma vissuto in Austria
Piccolo Requiem in Do minore - Dies irae -
Fu un musicista di notevole rilievo, maestro di cappella a Vienna presso la corte imperiale di Giuseppe II. Didatta molto noto, ebbe tra i suoi allievi Beethoven. La leggenda sospettò che  avesse causato la morte di Mozart.
Il "Dies irae" sembra aprire la scuola romantica, soprattutto per la drammatizzazione conferita dalle trombe e tromboni del "Tuba mirum".
Ascoltiamolo nella esecuzione del Bachvereiningin di Amsterdam diretto da Alina Sokolova.

     clicca e ASCOLTA


Luigi CHERUBINI  (1760 - 1842)  Firenze
Requiem in do minore scritto nel 1816 su commissione del governo francese per commemorare - l'anno successivo - la morte del re Luigi XVI. Appare strano che sia stato obliato dalle sale da concerto; oltretutto Cherubini era stato definito da Beethoven "il più grande compositore vivente". 
La Sequentia che ascolteremo (comprendente  Dies irae, Tuba mirum, Rex tremendae, Recordare, Confutatis maledictis, Lacrimosa) non fa molte concessioni alla linea melodica, ma notevolmente alla componente drammatica.
Esecuzione degli Ambrosian Singers e della Philharmonia Orchestra dir. Riccardo Muti.
clicca e ASCOLTA  

Antonin REICHA  (1770 - 1830)   Praga , naturalizzato francese
Requiem - Sanctus
Delle varie sezioni propongo il Sanctus perché, nell'Hosanna, Reicha ricorre alla fuga - forma tipicamente barocca - da lui sviluppata con grande proprietà tecnica e coinvolgente capacità espressiva.
Esecuzione: Dvorak Chamber Orchestra, Prague Philharmonic Choir, dir. Lubomir Matl)

clicca e ASCOLTA


Andrea LUCHESI  (1741 - 1801)   Motta di Livenza (TV) - Bonn
Requiem in Fa maggiore - Dies irae -
Musicista di grande rilievo, ma poco conosciuto perché nel 1774 fu nominato Kapellmeisters del principato di Colonia (la musica dei Kapellmeister era di proprietà della Cappella e qui rimaneva).  La sua musica vive nel clima mozartiano: al punto che gli furono attribuite, indebitamente, le sinfonie Haffner, Praga e Jupiter di Mozart. Dette le prime lezioni a Beethoven.
Esecuzione: Coro Civico M. Boni di Viadana, Orchestra Barocca di Cremona diretti da G.Battista Columbro.                                                                                                                 
clicca e ASCOLTA


Wolfgang Amadeus MOZART  (1756 - 1791)   Salisburgo
Requiem (edizione incompiuta come da partitura di Mozart)
Tutti sanno che è un'opera incompiuta, ma tutti l'ascoltano come se l'interruzione avvenisse nel "Lacrimosa". In realtà Mozart completò soltanto il "Requiem aeternam" e il "Kyrie"; le altre sezioni (Dies irae, Tuba mirum, Rex tremendae, Recordare, Confutatis, Lacrimosa, Domine Jesu e Hostias) sono soltanto abbozzate: le parti vocali discretamente sviluppate, quelle strumentali riservate agli sporadici interventi dei soli violini. 
Sanctus, Benedictus e Agnus Dei totalmente aggiunti - insieme al completamento degli abbozzi accennati - dal suo trascrittore (e amante della moglie)  Franz Xaver Süssmayr.
Possiamo ben dire che Mozart compone il suo Requiem sul letto di morte. In una lettera inviata al librettista, e suo grande amico, Lorenzo Da Ponte scrive:
" [...] Sento, a quel che provo, che l’ora suona; sono in procinto di spirare; ho finito prima di aver goduto del mio talento. La vita era pur sì bella, la carriera si apriva sotto auspici tanto fortunati, ma non si può cangiar il proprio destino. Nessuno misura i propri giorni, bisogna rassegnarsi, sarà quel che piace alla provvidenza; termino, ecco il mio canto funebre, non devo lasciarlo imperfetto". (Vienna 7 settembre 1791)
Il canto funebre è il Requiem che stava allora scrivendo e rimarrà incompiuto. Mozart morirà, infatti, il 5 dicembre 1791. 
Esecuzione: New Berlin Chamber Orchestra, Chorus musicus Koeln, Iride Martinez, Steve Davislim, Kwangchul Youn, Monica Groop (solisti) - dir. Christoph Spering)
clicca e ASCOLTA


ROMANTICISMO  (1800 -1899)

Robert SCHUMANN  (1810 - 1856)   Zwickau, Sassonia 
Requiem op. 90 tratto da Sechs Gedichte und Requiem.
Non è la classica Messa di requiem, ma un Lied per voce e pianoforte su versi di Nikolaus Lenau (1802 - 1850). Schumann non evoca la morte drammaticamente come avviene nei riti cattolici, ma si affida alla forma del Lied, più appropriata ad un testo poetico e alla delicata espressività schumanniana.
Questo il testo tradotto dall'originale latino:
Ora riposa dalle dolorose fatiche, / dalle pene d’amore, / colui che desiderava / la riunione celeste è passato / alla casa del Salvatore. // Anche nel sepolcro / brilla una stella / per l’uomo giusto. / E come stella nella notte / a lui apparirà il Signore / nella gloria celeste.

Ascoltiamolo nella esecuzione dell'impareggiabile Dietrich Fischer-Dieskau baritono e del pianista Christoph Eschenbach.  
     clicca e ASCOLTA

Gaetano DONIZETTI  (1797 - 1848)   Bergamo
Requiem in re minore  - Dies Irae  -
Per tre solisti, coro e orchestra, dedicato a Vincenzo Bellini.
E' un'opera che si rifà alla tradizione della musica sacra italiana aprendo, però, un nuovo stile ispirato al dramma musicale: quello che notiamo nel Dies irae e troverà il suo massimo splendore in Verdi.
Ascoltiamolo nell'esecuzione dell'Orchestre Millenium e del Choeur de Chambre de Namur diretti da L.Garcia Alarcòn. 
  
clicca e ASCOLTA

Franz LISZT   (1811 - 1886)  Ungheria
Requiem R488  - Libera me -
Per voci maschili che "pregano" su accordi d'organo ispirati al carattere apocalittico testuale del "Dies Irae". 
L'esecuzione è affidata al "Gruppo polifonico Claudio Monteverdi" 

clicca e ASCOLTA

Giuseppe VERDI   (1813 - 1901)  Le Roncole di Busseto
Messa di Requiem - Requiem aeternam - Dies irae - Tuba mirum - Confutatis maledictis - Hostias et preces - Libera me.
L'idea di comporre una "Messa da requiem" nasce in Verdi nel 1868 alla morte di Gioachino Rossini: illustri compositori di musica sacra furono invitati da Verdi a comporre una delle sezioni della messa. Per sé avrebbe serbato il "Libera me". Per varie cause il progetto non ebbe attuazione pur essendo la messa compiuta in tutte le sue parti. Nel 1873 muore Manzoni e Verdi - che all'epoca aveva già composto tutte le sue grandi opere liriche tranne Otello e Falstaff - propone all'editore Ricordi di pubblicare un Requiem in memoria del poeta. Idea accettata, portata a termine ed eseguita nella chiesa di San Marco in Milano il 22 maggio 1874. Il "Libera me" è lo stesso composto per la mancata commemorazione di Rossini, ed è il fulcro intorno al quale si sviluppa l'intera monumentale, coinvolgente e irripetibile composizione.
Il pianissimo del "Requiem aeternam" iniziale è ineffabile, quasi impercettibile per sfociare nel reiterato urlo di terrore del "Dies irae" e nel richiamo al giudizio finale delle trombe nel "Tuba mirum". Di notevole spessore espressivo la drammaticità prettamente operistica del "Libera me" suddiviso in quattro parti: Libera me, Dies irae, Requiem aeternam, Libera me.
La potenza icastica dell'opera mi dispensa da suggerimenti interpretativi ulteriori.
Ascoltiamola nell'esecuzione di: (Anja Harteros soprano, Elina Garanča mezzosoprano, Jonas Kaufmann tenore, René Pape basso, Orchestra e Coro del Teatro alla Scala diretti da Daniel Barenboim. 

                                         clicca e ASCOLTA                                            


Charles GOUNOD   (1818 - 1893)   Parigi
Messe des morts (Requiem) - Dies Irae -
É un'opera per soli, coro, quintetto d'archi, arpa e organo. Scritta tra il 1891 e il 1893 ed eseguita, a morte avvenuta dell'autore, in presenza di numerosi e celebri musicisti tra cui Verdi. Tutta la messa ignora i terrori del giudizio finale pur evocando l'immagine dell'eternità. Il Dies irae è caratterizzato da un movimento ritmicamente scandito a tempo di marcia resa inquietante dalla presenza dell'organo che conduce ai confini del silenzio.
L'esecuzione è affidata al Chorale Franco-Allemand de Paris e all' Ensemble Instrumentaux diretti da B.Lallement)
   
  clicca e ASCOLTA

Johannes BRAHMS  (1833 - 1897)   Amburgo
Ein Deutsches Requiem (Requiem tedesco) op.45
Non ha una funzione liturgica; è di concezione protestante e può essere definito un'ode alla morte. Il brano proposto è una marcia funebre con il coro all'unisono e piano; una solenne melodia di "corale" a poco a poco in crescendo. Dice il testo biblico: poiché tutti i mortali sono come l'erba, ogni loro splendore è come fiore d'erba, l'erba inaridisce e i fiori cadono.  
Ascoltiamolo nell'esecuzione dei Wiener Singverein e i Wiener Philharmoniker diretti da Herbert von Karajan.
clicca e ASCOLTA     

Hector BERLIOZ  (1803 - 1869)   Francia
Requiem op.5 (Grand Messe des Morts)  -  Hostias  -
Opera possente dalle incredibili dimensioni dell'organico orchestrale che comprende, con il coro, 450 esecutori tra i quali dieci timpanisti che suonano otto paia di timpani (cioè 16 Tp). L'«Hostias et preces» che ascolteremo è cantato dalle sole voci maschili del coro, intervallate da cupi accordi di flauti e tromboni che pongono un angoscioso interrogativo esistenziale ben lontano da una tranquilla fede religiosa.
Il poeta Heine, presente alla prima, definì Berlioz: usignolo colossale, allodola dalla grandezza d'aquila come esistevano nel tempo primitivo.  

clicca e ASCOLTA


Anton BRUCKNER  (1824 - 1896)  Austria
Requiem in re minore per soli, coro e orchestra - Dies irae -
Musicista illetterato vissuto sempre nelle campagne di Sankt Florian, nell'abbazia della quale è organista (Hanslick lo definirà obnubilato dall'incenso). Il carattere solitario lo predispone a frequenti esaurimenti e idiosincrasie. Il "Requiem" è fortemente legato a quello di Mozart, tuttavia rileviamo in esso una tensione mistica che caratterizzerà tutta la sua opera. Nel "Dies irae" l'inquietudine degli archi si contrappone al canto disteso del coro e dei solisti.
Ascoltiamolo nell'esecuzione di: Choir and Orchestra of St Augustin-Wien dir. Friedrich Wolf)
   clicca e ASCOLTA

Antonin DVORÁK  (1841 - 1904)  Boemia
Requiem in si bemolle minore  -  Dies irae
Un'opera che dura cento minuti, non è certamente concepita per un'esecuzione liturgica in chiesa, ma per motivazioni che possono rientrare nel dovere di un musicista che non può e non deve trascurare un genere tanto praticato nella storia della musica. Mancano gli afflati creativi, sopraffatti dalla padronanza tecnica compositiva. Ovviamente Dvorák non era tormentato dal pensiero della morte: anche il "Dies irae", di per sé drammatico, sembra evitare quell'aspetto.
 Esecuzione di: Czech Philharmon(ic Orchestra, Czech Chorus Prague dir. Karel Ančerl
  
clicca e ASCOLTA


Camille SAINT-SAËNS  (1835 - 1921)   Parigi
Messe de Requiem - Requiem aeternam - Dies irae - Tuba mirum
É una messa che manca del carattere solenne di Berlioz o drammaticamente operistico di Verdi. É più devozionale ed intima grazie ai frequenti interventi delle arpe e, nel "Tuba mirum", dell'organo (strumento amato da Saint-Saëns al punto di scrivere una "Sinfonia per organo") che conferisce - affiancato da quattro tromboni - un effetto sorprendente. Grande la maestria nel contrapporre i solisti al coro al fine di ottenere un esito estremamente supplichevole.
Ascoltiamo la "National Philharmonic Orchestra di Russia diretta da Vladimir Spivakov"

clicca e ASCOLTA

Gabriel FAURÉ   (1845 - 1924)   Francia
Requiem  - Libera me -
Fauré detestava la visione apocalittica di Berlioz, soprattutto quelle che definì "le fragorose fanfare" del Tuba Mirum.
Lo dimostra chiaramente nella sobria e melodiosa semplicità che appartiene a tutta l'opera. Nel "Libera me" la voce di un basso/baritono supplica dolcemente la salvezza dalla morte eterna e il coro con uguale dolcezza confessa: tremens factum sum ego et timeo = tutto tremante io sono e atterrito. Squilli di trombe e corni amplificano l'orchestrazione per il "Dies irae", ma tutto per il piacere di farlo (parole di Fauré).
Vorrei morire accompagnato da questa dolcezza.
Esecuzione di: Gilles Cachemaille baritono, Monteverdi Choir, Orchestre Révolutionaire et  Romantique diretti da John Eliot Gardiner)

clicca e ASCOLTA

Lorenzo PEROSI  (1872 - 1956)   Tortona
Messa da requiem  - Libera me -
Organico: tre voci maschili, coro e organo. Musica intimista e imponente al tempo stesso: priva di contrasti drammatici, quindi lungi da influssi post-verdiani o veristi.
Era sacerdote e fu maestro della Cappella Pontificia. 
Ascoltiamola nell'esecuzione del Coro Polifonico Castelbarco di Avio dir. Arturo Sacchetti  

clicca e ASCOLTA

ESPRESSIONISMO  (1900 - 1950)

Paul HINDEMITH  (1895 - 1963)  Germania
Requiem  (Titolo originale: "Als Flieder jüngst mir im Garten blüt. Ein Requiem für die wir leben = Come il lillà da poco è fiorito nel giardino. Un Requiem per coloro che amiamo).
Il testo è del poeta americano Wald Whitman e l'opera è dedicata al Presidente assassinato Abramo Lincoln. Ma è considerata un tributo di Hindemith all'olocausto.
Ascoltiamo l'«Arioso» nell'interpretazione del mezzosoprano Elisabeth Höngen e della Vienna Symphony Orchestra diretta dall'autore. 


clicca e ASCOLTA
 

Ildebrando PIZZETTI  (1880 - 1968)   Parma
Messa di Requiem  - Dies Irae -
L'autore - oscurato dalla celebrità dei contemporanei Respighi e Puccini - si è distinto soprattutto con l'opera "Assassinio nella Cattedrale" su testo di T. S. Eliot.
Il suo Requiem è fortemente radicato nella tradizione gregoriana integrata da un originale contrappunto dei timbri corali. 
Ascoltuamo il "Dies irae" nell'esecuzione del National Youth Choir of Australia diretto da David Hill.


clicca e ASCOLTA

Kurt WEILL  (1900 - 1950)   Dessau (fu sede della Bauhaus)
Berliner Requiem  per tenore, baritono, basso e piccola orchestra.
Il recitativo del baritono ricorda - ovviamente nella sola parte vocale - Bach, ed è sottolineato dall'interessantissimo uso dell'organino (l'armonium) che conferisce un tono intimo, da cabaret più che da tempio.
Esecuzione della London Sinfonietta dir. David Atherton
clicca e ASCOLTA 



Maurice DURUFLÉ  (1902 - 1986)  Francia
Requiem  - Libera me - 
Scrisse lo stesso Duruflé:
"Questo Requiem è interamente composto sui temi gregoriani della Messa per i morti. A volte il testo musicale è completamente rispettato, la parte orchestrale interviene solo per sostegno o a volte mi sono semplicemente ispirato. Ad esempio in alcuni sviluppi suggeriti dal testo latino: in particolare nel Domine Jesu Christe, il Sanctus e il Libera me. In generale, ho cercato soprattutto di entrare nello stile caratteristico dei temi gregoriani, perciò ho fatto del mio meglio per conciliare, per quanto possibile, il ritmo gregoriano così come è stato stabilito dai benedettini di Solesmes con le esigenze del metro moderno".

Ascoltiamolo nell'esecuzione di: Choir of St. John's College Cambridge, Stephen Cleobury Organist, direttore George Guest.

clicca e ASCOLTA


NUOVO CLASSICISMO - DODECAFONIA - JAZZ

Igor STRAVINSKIJ  (1882 - 1971)  Russia
Requiem Canticles  - Postludio -  dodecafonia 
L'amico e biografo di Stravinskij, Robert Craft descrisse il Postludio finale come l'accordo della Morte, seguito dal rintocco delle campane e dal silenzio, ripetuti per tre volte. A conclusione, il solo accordo della Morte per tre volte.

Esecuzione della London Sinfonietta dir. Olivier Knussen

clicca e ASCOLTA

Witold LUTOSLAWSKI  (1913 - 1994)  Polonia
Musique funèbre - Prologo -  dodecafonia
Di breve durata, l'opera è scritta per soli archi ed è in un solo movimento nel quale, tuttavia, si possono distinguere quattro parti: Prologo, Metamorfosi, Apogeo, Epilogo. È dedicata a Béla Bartók in occasione del decimo anniversario della morte. Ascolteremo il Prologo in forma di canone (imperfetto perché utilizza la tecnica dodecafonica). La musica è intimamente coinvolgente perché - a detta dello stesso autore - mira a catturare le anime. 
Ascoltiamola nell'esecuzione del Concertgebow di Amsterdam diretto da Daniele Gatti.


clicca e ASCOLTA

Léo FERRÉ  (1916 - 1993)  Principato di Monaco
Requiem - canzone - 
Qualcuno si chiederà dell'opportunità di inserire una canzone in un contesto rivolto alla musica "classica". Ma quando la scrittura musicale raggiunge livelli altissimi, non ci sono generi limitativi: musica etnica, jazz, rock e pop - se trattati adeguatamente - rientrano nella "musica forte" (definizione di Quirino Principe).
Ferré è vissuto in Toscana dal 1969 alla morte e, perciò, si è appropriato della nostra lingua e ha tradotto i testi poetici - spesso di stampo anarchico - proponendo le sue canzoni in formato bilingue. 
Ascoltiamo il Requiem nelle due versioni: quella originale, più aderente  alla musicalità della lingua francese:

clicca e ASCOLTA

E quella italiana sempre nell'interpretazione di Ferré:

clicca e ASCOLTA

Leonard Joseph TRISTANO detto Lennie  (1919 - 1978)  Chicago
Requiem per pianoforte solo - Jazz -
Di origine italiana, cieco, improvvisatore eccezionale e dotato di particolare sensibilità. Ammiratore di Charlie Parker, gli dedica il "Requiem" pur innovando lo stile bebop. La forma è quella del blues, ma un blues colto e trasognato con chiari riferimenti bachiani.
Ascoltiamolo nell'esecuzione dello stesso Tristano 

clicca e ASCOLTA


NUOVA MUSICA E SPERIMENTALISMO

Bernd Alois ZIMMERMANN  (1918 - 1970)  Germania
Requiem für einen junger Dichter  - Lamento - 
Il "Requiem per un giovane poeta" è un'opera monumentale per voce recitante, soprano, baritono, tre cori, nastro magnetico, orchestra, organo e jazz combo (combinazioni di jazz). Testi compositi: Wittgenstein, Joyse, Mao-Tse Tung e i poeti suicidi - come lui sei mesi dopo questa composizione - Konrad Bayer e Vladimir Majakovskij.  E' noto soprattutto per l'opera "Die Soldaten" tratta dal dramma di Jacob Lenz. 
La sua musica rivela toni piuttosto cupi, dovuti alle  crisi depressive alle quali era spesso soggetto.

Ascoltiamo il "Lamento" nella esecuzione di: James Johnson baritono, Kölner Rundfunkchor, Südfunkchor Sttutgart, Edinburgh Festival Chorus, Bratislava Slovak Chorus, SWF Sinfonieorchester Baden-Baden dir. Michael Gielen. 

  clicca e ASCOLTA


Einojuhani RAUTAVAARA   (1928 - 2016)   Helsinki
A Requiem in Our Time - Hymnus,  Credo et dubito, Dies irae, Lacrymosa - per 13 ottoni, timpani e percussioni.
Capostipite di una generazione di compositori finlandesi affermati in tutto il mondo, inizialmente - come in questo Requiem - aveva cercato di fondere la dodecafonia con dei tratti romantici. Successivamente abbandonò le tecniche seriali per orientarsi verso un'accentuazione delle linee melodiche dalla forte connotazione evocativa.
Ascoltiamo "Un Requiem nel nostro tempo" nella esecuzione della Finnish Brass Symphony diretta da Hannu Lintu.  

clicca e ASCOLTA

Henryc GÓRECKI  (1933 - 2010)   Polonia
Kleines Requiem für eine Polka  - Tranquillo -
per pianoforte e tredici strumenti.
La 'polka' del titolo è riferita alla danza (non presente nel brano) o a una donna polacca? E' scritta con carattere maiuscolo, quindi potrebbe riferirsi al nome di una donna. 
Non si discosta molto dalla famosa terza sinfonia. Il suo procedere è sempre essenziale, direi minimalista se non temessi di confonderlo con la scuola musicale americana. Il carattere mistico - tipico dell'autore - è sempre presente, sottolineato dai rintocchi della campana tubolare e del pianoforte. Un improvviso aumento della dinamica e un allargamento del suono (un'eco) sembra turbare l'ascetismo, ma presto rientra tranquillamente il suo potere evocativo. 

Ascoltiamolo nell'esecuzione di tredici strumentisti diretti da David Zinman

clicca e ASCOLTA
  

Hans Werner HENZE  (1926 - 2012)  Germania
Requiem per piano, tromba concertante e orchestra da camera  Tuba mirum - 
Un requiem senza testo e senza voci. Forse l'autore voleva dimostrare il carattere universale della musica.
Scrive lo stesso Henze: "... un'opera multiculturale, laica, un atto di amore fraterno verso il mondo, che è stato scritto 'in memoriam Michael Vyner (editore illuminato)', il cui nome fa testo per tutte le altre numerose persone sulla terra che sono morte prima del dovuto, le cui sofferenze per il loro trapasso sono pianto in questa mia musica" [grassetto mio].
Anche in quest'opera mostra la sua capacità di integrare passato e presente, con richiami stravinskiani.

Ascoltiamolo nella esecuzione dell' Ensemble Modern diretto da Ingo Metzmacher

clicca e ASCOLTA


Krzysztof PENDERECKI  (1933 - )  Polonia
Polskie Requiem (Requiem polacco)  - Lacrimosa - per soprano, contralto, tenore, basso, coro e orchestra. Dedicato alle sofferenze della Polonia e scritto in tempi diversi legati a vari eventi. 
Il "Lacrimosa" fu commissionato dal sindacato Solidarnosh per ricordare gli uccisi durante lo sciopero di Danzica
Il suo discorso sinfonico/corale è molto comunicativo, non tiene conto delle innovazioni di Darmstadt e, perciò, è spesso giudicato come reazionario. Dice lo stesso Pendercki: la mia musica ha radici profonde nel passato e la mia polifonia molto complessa, anche se oggi è di moda la musica semplice che a me non dice nulla. (Nota mia: vedi Pärt o Gorecki)

Ascoltiamolo nella esecuzione di: Jadwiga Gadulanka soprano, Jadwiga Rappe contralto, Wieslaw Ochmann tenore, Stafford Dean basso,  Royal Danish Chorus & Orchestra dir. K. Penderecki.

clicca e ASCOLTA

Benjamin BRITTEN   (1913 - 1976)   Inghilterra
War Requiem - Let us sleep now ...In Paradisum (finale dell'opera)
Fu scritto per l'inaugurazione della Cattedrale di Coventry che era stata distrutta durante la seconda guerra mondiale.
Per evidenziare la malvagità della guerra e il desiderio di riconciliazione tra i popoli, Britten scrisse l'opera per tre solisti specifici: il baritono tedesco Dietrich Fischer-Dieskau, il soprano russo Galina Vishnevskaya e il tenore britannico Peter Pears.
Il testo è tratto dalla messa latina e da nove poesie di Wilfred Owen, soldato caduto durante la prima guerra mondiale.
Propongo all'ascolto la commovente sovrapposizione del testo inglese Let us sleep now (Lasciateci dormire ora) con il latino In paradisum. Lo strano incontro finale (Strange Meeting di Owen) tra due soldati nemici, tra vittima e carnefice : "Sono il nemico che hai ucciso, amico mio. / Ti conoscevo in questo buio; perché hai aggrottato le / sopracciglia / Ieri attraverso me mentre picchiettavi e uccidevi. / Ho parato, ma le mie mani erano riottose e fredde. / Lasciateci dormire ora ..." Abbiamo la sovrapposizione del reiterato testo inglese Let us sleep now - cantato dal tenore e dal baritono simultaneamente - e quello latino, In paradisum, dei cori: segni linguisticamente forti, ma resi ineffabili dalla musica di Britten. Le campane introducono le voci angeliche dei fanciulli per invocare la tranquillità eterna: con il loro Requiem aeternam intrecciato alle voci dei due soldati pacificati nel sonno, Britten auspica la pace definitiva tra i popoli.

Esecuzione della  London Symphony Orchestra, London Symphony Chorus, Bach Choir  Chorus, Highgate School Choir, Melos Ensemble, Galina Vishnevskaya soprano, Dietrich Fischer-Dieskau baritono, Peter Pears tenore diretti da Benjamin Britten. 

clicca e ASCOLTA



Bruno MADERNA  (1920 - 1973)   Chioggia
Requiem per quattro solisti, coro e grande orchestra  - Libera me -
Opera scritta nell'immediato dopoguerra, andata poi smarrita e ritrovata a New York nel 2006, ebbe la prima esecuzione al Teatro La Fenice nel 2009. E', quindi, un'opera giovanile, ma di un autore che mostra la sua personale forza compositiva pur tra gli echi, riconoscibili, di Stravinskij o di Hindemith. 
Amico di Boulez e Nono, fonderà con Luciano Berio lo studio di fonologia di Milano e frequenterà (anche come docente) i Ferienkurse di Darmstadt. Pur avendo adottato le tecniche seriali e fatto uso del nastro magnetico, non negò mai il legame con la tradizione musicale.
Ascoltiamo il "Libera me" nella esecuzione di: B.Berchtold tenore, R. Mészár baritono,MDR  Rundfunkchor Leipzig e Orchestra, Robert Schumann Philharmonie dir. Frank Beerman.
                                                                                                                                         
 clicca e ASCOLTA
    


György LIGETI   (1923 - 2006)   Ungheria
Lux aeterna  per sedici voci soliste.

E' un'opera molto nota, insieme ad altre dello stesso autore, per l'uso che ne ha fatto il regista Stanley Kubrick, quale colonna sonora del film 2001: Odissea nello spazio.
Ligeti era affascinato dalla polifonia contrappuntistica di Ockeghem, una polifonia fatta di incessante continuità, priva di sviluppo. In ugual modo il "Lux aeterna" sembra fluire all'infinito; lo stesso Ligeti scrive: E’ una musica che suscita l’impressione di un fluire senza inizio e senza fine. Vi si ascolta una frazione di qualcosa che è iniziato da sempre e che continuerà a vibrare all’infinito. Tipico di componimenti siffatti è il non avere cesure che l’idea di flusso non consentirebbe".
Ascoltiamolo nell'esecuzione della Cappella di Amsterdam diretta da Daniel Reuss.

clicca e ASCOLTA

Toru TAKEMITSU   (1930 - 1996)   Giappone
Requiem per archi 
Non possiamo scordare la musica proveniente dall'estremo oriente, dal Giappone nella fattispecie. Musica che ha perso le peculiarità tradizionali per avvicinarsi a quelle occidentali conosciute dopo la seconda guerra mondiale. 
Mancano testo e voce e l'idea della morte viene affidata ai soli strumenti ad arco, per donarci un brano piuttosto statico ma di grande suggestione. 

Ascoltiamolo nella esecuzione della Toronto Symphony Orchestra diretta da Seiji Ozawa

clicca e ASCOLTA

Arvo PÄRT    (1935 - )  Estonia
De profundis per coro maschile, organo e percussioni.
Pärt è un dissidente della Scuola di Darmstadt e del suo linguaggio d'avanguardia di cui ha fatto tabula rasa (titolo significativo di una sua composizione); ha dato un taglio netto col suo passato per delineare un nuovo percorso musicale purificatorio, di ancestrale povertà strutturale. E' stato definito neomedievalista: la sua musica, infatti, ricorda le polifonie della Scuola di Notre-Dame con forti connotazioni misticheggianti. 
La semplicità del linguaggio di Pärt è ben individuabile nel De profundis con il suo procedere ripetitivo, ossessivo e ipnotico, ma di grande spiritualità.  
Ascoltiamolo nella esecuzione di: Estonian Philharmonic Chamber Choir dir. Paul Hillier, Christopher Bowers-Broadbent organo,.Tonu Kaljuste percussioni.

clicca e ASCOLTA




Sylvano BUSSOTTI  (1931 - )  Firenze
Rara Requiem per voci soliste, orchestra di strumenti a fiato, chitarra, violoncello, arpa e percussioni (1969-70).
Il testo è tratto da frammenti d'opere di vari autori (Omero, Tasso,  Foscolo, Rilke, ...). La musica è molto personale, svincolata dalle mode ed esito delle personali pulsioni: quello che Mario Bortolotto ha definito appropriatamente "edonismo sonoro".  

Ascoltiamo l'introduzione (Teil I) eseguita dalla Rundfunk-Sinfonieorchester Saarbrücken diretta da Gianpiero Taverna.
 

  clicca e ASCOLTA

Alfred SCHNITTKE   (1934 - 1998)  Russia
Requiem per soli, coro, orchestra, chitarra, pianoforte, organo e percussioni.  Dies irae  -
Il linguaggio musicale di Schnittke è fondamentalmente tonale (la musica in Russia era - in quegli anni - facilmente tacciata di formalismo; quella liturgica era proibita) con richiami al canto popolare russo.
Nel "Dies irae" le campane e la grancassa si sommano alle grida spaventose del coro in magistrale contrappunto dei solisti.
Ascoltiamolo nella esecuzione di: Russian State Symphonic Cappella e Russian State Symphony Orchestra diretti da Valeri Polyansky.
  
clicca e ASCOLTA
                                                                                               

Gavin BRYARS   (1943 - )   Inghilterra  
Cadman Requiem  - In paradisum - 
Bryars è un compositore divenuto famoso per aver registrato  - e diffuso al mondo intero - un "barbone" di Londra che cantava ripetutamente una cantilena dallo sconvolgente testo:
Jesus blood never failed me yet, there’s one thing I know, cause He loves me so…“. 
“ll sangue di Gesù non mi ha mai tradito finora, c’è una cosa che so, che egli mi ama…”.
Il requiem è dedicato all'amico Cadman, ingegnere del suono morto nell'attentato terroristico aereo di Lockerbie nel 1988. E' stato scritto per le voci dell'«Hilliard Ensemble» accompagnate da due viole e un violoncello. Lo ascoltiamo nella stessa versione.

clicca e ASCOLTA

Wolfgang RIHM  (1952 - )  Germania
Requiem-Strophen  - De profundis -
E' uno dei compositori contemporanei più importanti: per qualificarlo è sufficiente ricordare la sua opera "Jacob Lenz".
Il requiem è composto per solisti, coro misto e orchestra, su testi del rito liturgico cattolico e altri, profani, di Michelangelo, Rilke, Bobrowski e Hans Sahl. La parola "strophen" significa versi, ma il suo impiego qui vuol indicare le varie fasi del procedimento formale che evoca Brahms. Ma sappiamo che prediligeva Fauré. 

Ascoltiamo il "De profundis" nella esecuzione di: Chor e Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunks  diretti da Mariss Jansons.     

clicca e ASCOLTA

Intendo concludere questo parziale percorso nella "Musica di Requiem", con due compositori per nulla affini sul piano musicale (oltretutto temporalmente alquanto distanti), Carlo Gesualdo e Francesco d'Avalos. Il primo innovativo, l'altro conservatore sono legati da un vincolo parentale: Gesualdo aveva sposato Maria d'Avalos, antenata di Francesco. Ciò che li accomuna e mi induce a chiudere con loro, è la scarsa diffusione delle loro opere e il loro alto grado di coinvolgimento emotivo.
Da non scordare l'opera di Salvatore Sciarrino (1947 - ) "Luci mie traditrici", ispirata alle vicende di Carlo Gesualdo.

Francesco d'Avalos  (1930 - 2014)  Napoli
Requiem aeternam - Finale dell'opera "Maria di Venosa" (1992)
Il principe d'Avalos fu compositore, direttore d'orchestra e didatta. Non aderì alle avanguardie della seconda metà del '900, ma riprese il filo interrotto dopo la morte di Bruckner (del quale riporta - nella scena XII della caccia - l'inizio della Nona Sinfonia)  e di Mahler, seguendo le proprie aspirazioni trascendentali. Una terza via che lo rese unico, isolato nella sua grandezza: capace di scrivere un'opera che piuttosto di melodramma, si mostra come musica assoluta.
"Maria di Venosa", registrata in CD nel 2005, ebbe una sola rappresentazione al Festival della Valle d'Itria nel 2013.

Ascoltiamo il Requiem aeternam, morte di Gesualdo, nell'esecuzione della Philharmonia Orchestra and Chorus diretti dallo stesso Francesco d'Avalos. 

clicca e ASCOLTA



Carlo GESUALDO principe di Venosa (ca1566 - 1613) Venosa (Potenza)
Peccantem me quotidie (Mottetto tratto da Sacrarum cantionum - Liber Primus)

Peccantem me quotidie / et non me penitentem, / timor mortis conturbat me. / Quia in inferno nulla est redemptio. / Miserere mei, Deus, et salva me. = Peccando ogni giorno, / e non pentendomi, / la paura della morte mi disturba. / Perché non c'è redenzione all'inferno. / Abbi pietà di me, o Dio, e salvami. //

La notorietà di Gesualdo è dovuta - oltre ad una esistenza atroce (uccise la moglie Maria d'Avalos e il suo amante Fabrizio Carafa perché colti in flagrante), ai suoi madrigali e mottetti di grande impatto affettivo, grazie all'uso frequente di cromatismi che generano dissonanze a quei tempi poco frequentate e mal tollerate.

Ascoltiamo "Peccantem me quotidie" nell'esecuzione del Concerto Soave diretto da Jean Marc Aymes

clicca e ASCOLTA


Voglio concludere questo cammino con il madrigale di Gesualdo che mi ha maggiormente attratto per le sue inquietanti dissonanze dovute al frequente uso - tipicamente gesualdiano - dei diesis e dei bemolle appartenenti alla scala cromatica ed estranei a quella diatonica. Fa parte del Terzo Libro dei madrigali a cinque voci e lo ascoltiamo nella fervida esecuzione del Quintetto Vocale Italiano.  


Ahi, disperata vita, /Che fuggendo il mio bene, / Miseramente cade in mille pene! / Deh, torna alla tua luce alma e gradita / Che ti vuol dar aita! 

clicca e ASCOLTA


P.S.  E' doveroso ricordare il notevole apporto letterario dato dal "Premio Campiello 2019" alla comprensione di Gesualdo, con l'assegnazione del primo premio al romanzo " Madrigale senza suono" di Andrea Tarabbia.