venerdì 12 aprile 2019

RISCOPERTA del "PHOTOGRAM" 
Un'applicazione della fotografia



FIGURA - "Photogram" ideato da Samantha Banetta e Irene Fabbro


Sono rimasto colpito da questo photogram che le due autrici mi hanno donato recentemente. Il coinvolgimento è stato tanto intenso da indurmi - per poterlo contemplare ad ogni istante - a posarlo sul leggio del pianoforte che sta di fronte allo scrittoio dove è posto il computer su cui ho elaborato tutti i miei scritti. E dove sto abbozzando queste considerazioni su una forma artistica nata nella prima metà dell'ottocento, anteriormente alla nascita della fotografia. 
Fu Louis Daguerre, nel 1837, a inventare i processi di fissaggio delle immagini in lastre di rame ricoperte da uno strato d'argento per renderle sensibili alla luce ed elaborarle nelle camere oscure. Nacque il dagherrotipo che anticiperà l'odierna fotografia. (L'immagine a fianco è un dagherrotipo dell'atelier di Daguerre [1837]).
Da qui, dal mio scrittoio, posso contemplare questa insolita Figura che riesce a commuovermi, meglio, a turbarmi. Essendo l'esito di una creazione che utilizza pluralità di mezzi, si potrebbe comprendere nella categoria delle performances appartenenti alla corrente espressionista delle arti figurative. Altresì musicali come il brano che accompagnerà il nostro percorso: un Lied di Alban Berg (1885 -1935) : Hier ist Friede (Qui c'è pace) eseguito dalla Staatskapelle di Dresda e dal soprano Alessandra Marc, diretti da Giuseppe Sinopoli.
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Dice il testo tratto da una delle cartoline che il poeta Peter Altenberg inviava agli amici scrivendovi delle poesie:

Qui c'è pace! Qui posso sfogare il mio pianto. / Qui si scioglie il mio inconcepibile, smisurato dolore, che l'anima tutta mi brucia / Vedi, qui non ci sono persone, né dimore. / Qui c'è pace! Qui la neve si scioglie lentamente nelle pozze d'acqua. 

Riferisco quanto mi è stato suggerito da Samantha Banetta, laureata in "Scienze e tecnologie multimediali".
L'inventore del photogram - così da lui stesso chiamato - fu l'inglese William Fox Talbot (1800-1877) che creò un' immagine generata senza l'utilizzo della macchina fotografica. 
(Qui a fianco è riprodotta la sua Latticed window [finestra a reticolo] ricavata dal più antico negativo [1835]).
Per ottenere un photogram è sufficiente appoggiare gli oggetti che si vogliono ritrarre, sulla carta precedentemente sensibilizzata alla luce. Illuminandola, la carta bianca venuta a contatto con la luce, diventa nera; gli oggetti che coprono la carta impediscono alla luce di arrivare e la carta rimane bianca. Se si volesse riprodurre un oggetto semitrasparente, la luce lo attraverserebbe soltanto in parte e la carta non diverrebbe nera, ma grigia. 
Ovviamente al termine dell'operazione, seguirà lo sviluppo e il fissaggio come per la fotografia normale.


Man Ray (1890 - 1976) fu il primo a usare gli oggetti trasparenti e, quindi, ad ottenere il grigio e i mezzitoni. Sfrontatamente chiamò il nuovo sistema Rayograph e non Photogram.
La foto riprodotta qui accanto è un Rayograf di Man Ray datato1922. 


Qual è il materiale usato da Samantha e Irene per ottenere non solamente il bianco e il nero, ma pure il grigio che richiede oggetti piuttosto trasparenti? 
La forma del volto è data da una collanina alla quale è appeso un ciondolo. Gli occhi sono ricavati da due foglie forate al centro, il naso da un bigodino per capelli, la bocca e l'idea dei capelli da rametti di gelsomino,  i baffi da un ramoscello di rosmarino. 
Questa è una descrizione tecnica, ma intendo soffermarmi - seppure brevemente e genericamente - sull'aspetto artistico insito nella Figura.
Ho già detto del carattere espressionista dell'opera, ma i messaggi che invia sono molteplici e legati alla percezione dell'osservatore. La Figura è baffuta non perché le nostre autrici volessero rappresentare un'immagine maschile, ma per dimostrare che una tecnica "fotografica" tanto antica è in grado di evidenziare anche caratteri ironici/sardonici. Sotto il mento, infatti, è stato posto un medaglione portaritratti usato sia dall'uomo che dalla donna. L'ambiguità interpretativa è propria alle forme elusive, non chiaramente espresse, ma la Figura è frutto di una tecnica sperimentale e proprio perciò aperta a qualsiasi esito critico. Escludo quello benevolo e indulgente (affettuoso nel mio caso) per evidenziare i due aspetti schilleriani in essa racchiusi: quello ingenuo dovuto al legame con la natura per i richiami materici dai quali l'opera proviene; e quello sentimentale più soggettivo, che può essere opportunamente avvicinato alla forma musicale.
La proprietà oggettiva e coinvolgente insieme (ingenua e sentimentale), è mostrata dal brano che conclude il percorso "critico" compiuto, per dimostrare - tra l'altro - come la fotografia possa assurgere a dignità d'arte.
Il carattere universale della musica è presente in ogni suo genere: l'espressionismo di Berg non disdegna di stare accanto al jazz: Django Reinhardt (chitarrista belga, zingaro di etnia sinti) esegue il brano I'll see you in my dreams (Ti vedrò nei miei sogni) insieme al violinista francese Stephane Grappelli.  

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Con questo brano chiudo festosamente la mia “simpatica” (patire e gioire assieme) relazione sul lavoro compiuto dalle nostre artiste alle quali auguro un prosieguo molto lusinghiero.


NOTA: Tutte le immagini riprodotte sono tratte da Wikipedia (esenti da Copyright)